La Pilosella, pianta scoperta da Ildegarda.

La pilosella favorisce la diuresi ed è, perciò, un ottimo coadiuvante per contrastare problemi di ritenzioni idriche e cellulite.

Il genere Hieracium è un complesso di diverse sottospecie della famiglia delle Asteracee con centinaia di varietà e forme, di cui una decina di specie sono dotate di proprietà terapeutiche.
Tra di esse figura la più piccola e talvolta scambiata per dente di leone, la pilosella.

Presenti soprattutto nelle zone alpine italiane, dove cresce su terreni sassosi, le piantine di pilosella formano tappeti disseminati di capolini giallo chiaro.

Queste piante vengono menzionate per la prima volta nello scritto Physica del XII secolo dalla badessa benedettina Hildegard von Bingen.

Da allora, la pilosella è sempre stata usata per curare la vista e le ferite. Infatti, deve il suo nome (Hieracium pilosella L.) da hierax, sparviere.

Secondo Santa Ildegarda, questo volatile usava il succo della pianta per rendere più acuta la propria vista.La tradizione popolare invece è solita chiamarla “orecchio di topo” perché le foglie pelose sono arricciate come le orecchie del roditore.

I benefici per l’organismo

I principi attivi quali: tannini, mucillagini, resine e idrossicumarina, rendono la pilosella un astringente molto energico con azione anche come vulnerario, indicata, perciò, nei casi di desquamazioni topiche, foruncolosi e come presidio di emergenza per lievi scottature.

Grazie alle sue capacità antinfiammatorie, la pilosella vanta proprietà lenitive nei confronti di disturbi respiratori come asma, bronchite, tosse e nelle gravi irritazioni intestinali.Castore Durante, medico capo alla corte pontificia del XVI secolo, scrisse: “La linfa di quest’erba aiuta a guarire le ferite esterne e le ulcere dello stomaco, della bocca e dei genitali“.

La pilosella è dunque considerata come un valido presidio antiemorragico, utile per esempio in casi di epistassi o di metrorragia correlata a malattie del fegato.

Proprio per la sua azione antibiotica, la pilosella è un rimedio specifico anche per le febbri ondulanti di origine infettiva, quale la brucellosi.

La grande forza diuretica in una piccola pianta

Ildegarda dice: “Quando si assume la pilosella, il cuore si rafforza, mentre i succhi cattivi che si sono accumulati nel corpo si riducono.

Non bisogna assumerla sola, ma sempre miscelarla con altre erbe che ne rendono più specifica l’attività”. 

Governata dalla Luna, che si manifesta nella linfa bianca lattiginosa, la pilosella è un diuretico naturale che favorisce l’eliminazione di cloruri e acido urico. Per tale ragione, viene consigliata ai nefritici, ai cardiaci, ai gottosi e alle persone influenzate. 

Per questi motivi, Thesaura Naturae l’ha eletta come pianta cardine del rimedio naturale Pilofen, il quale risulta adatto a chi cerca un valido sostegno, insieme al regime alimentare ildegardiano, contro la ritenzione idrica e la cellulite. 

Seguendo le preziose indicazioni di Ildegarda di abbinare la pilosella sempre ad altre piante, in Pilofen troviamo anche il finocchio, ampiamente decantato dalla badessa perché “riduce gli umori cattivi e i processi di putrefazione all’interno delle viscere“. 

Sempre in Pilofen, troviamo poi la betulla, pianta che sostiene i processi drenanti e depurativi dell’organismo, e particolarmente efficace per supportare la funzionalità delle vie urinarie. 

Completa la sinergia del rimedio l’ortica: “purifica lo stomaco e ne elimina il muco“. È il remineralizzante per eccellenza e in grado di influenzare i processi fisiologici renali in quanto acquaretica, quindi che aumenta la produzione di urina, senza far variare l’escrezione di elettroliti. 

Ricordiamo, così come aveva ben compreso anche Ildegarda, l’importanza di un corretto smaltimento delle tossine e degli scarti metabolici nel corpo al fine di prevenire svariate malattie

infiammatorie e che vanno poi a compromettere la funzionalità degli organi vitali. 

Si parte innanzitutto da una corretta alimentazione, coadiuvata, qualora necessario, dalla pilosella per un valore aggiunto alla detossificazione. 

Quanto portento da scoprire in una piantina erbacea alta appena una decina di centimetri!