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Pensiero Medico

Il pensiero medico di Ildegarda di Bingen.

In tutte le sue opere sia quelle profetiche che quelle naturalistiche, Ildegarda parla della salute. Guarigione e salvezza sono per la badessa di Bingen assolutamente interdipendenti. Non si può raggiungere e conservare uno stato di salute se non attraverso la salvezza spirituale che significa essere fedeli al proprio progetto di vita unico e autentico.

Dalla fisica alla medicina, una stessa legge attraversa l’universo, una legge di corrispondenza. Proprio per la corrispondenza di uomo e universo, inscindibilmente legati, per raggiungere o riacquistare il benessere psico-fisico, l’essere umano, essendo parte del tutto, deve riattingere le energie necessarie dal mondo circostante, giacché i suoi disturbi dipendono proprio dalla perdita di armonia con sé stessi e con l’ambiente esterno.

La centralità dell’energia vitale e delle piante nel pensiero medico di Ildegarda

Secondo il pensiero medico della monaca di Bingen, ogni volta che soffriamo di un abbassamento della nostra energia vitale, ovvero della Viriditas, per cause sia interne che esterne a noi, altre creature possono venirci in soccorso. Le piante che Ildegarda sceglie per i suoi rimedi, hanno proprio questo significato: parlano lo stesso linguaggio del corpo umano e trasferiscono il quid di energia necessario al percorso di guarigione, perché tutto è intimamente legato.

Il pensiero medico medievale ed Ildegarda guaritrice

Per comprendere meglio la filosofia Ildegarda come guaritrice, bisogna avvicinarsi al pensiero medico medievale. La mistica benedettina rielaborò il patrimonio culturale dell’epoca che trova le fondamenta nella tradizione ippocratico–galenica. Tema ricorrente era che il principio essenziale del corpo umano fosse il calore, a sua volta temperato dal freddo. Si pensava infatti che l’equilibrio tra caldo, freddo, secco e umido fosse alla base del benessere. Questo sistema si fonda sulla dottrina tradizionale dei quattro elementi o radici del mondo: Fuoco, Aria, Terra, Acqua di cui è costituito il creato e quindi l’uomo stesso. Quest’ultimo vive in virtù dei quattro umori, così come il mondo consta di quattro elementi.

Una filosofia medica basata sull’equilibrio dei flegmi 

Della teoria degli umori Ildegarda ha dato un’interpretazione particolare: al calore corrisponde il flegma secco, all’acqua il flegma schiumoso, all’aria il flegma umido, alla terra il flegma tiepido. Non parla dunque di bile gialla, bile nera, sangue e flemma anche se vi è una chiara corrispondenza.

Sulla base della proporzione con cui i quattro umori (flegmi) sono presenti nell’organismo e dalla prevalenza di uno di essi, si distinguono quattro diverse costituzioni fondamentali. Ildegarda fornisce una descrizione di ciascuna distinguendole anche in base al sesso (un aspetto originale dell’interpretazione ildegardiana): il sanguigno, il melanconico, il bilioso e il flemmatico. Quando gli umori sono in equilibrio siamo in stato di salute, viceversa entriamo nello stato di malattia.

“Quando gli elementi operano ordinatamente nell’uomo, lo sostentano e lo rendono sano; mentre quando sono in disaccordo, lo fanno ammalare e lo uccidono. Infatti le coagulazioni degli umori che insorgono o si trovano nell’uomo a causa del calore, dell’umidità, del sangue e della carne, se operano in armonia e col giusto equilibrio, saranno sane; se, invece, toccano l’uomo tutte insieme e smodatamente, riversandosi in eccesso su di lui, lo renderanno debole e lo uccideranno. Infatti il calore, l’umidità, il sangue e la carne, a causa della trasgressione di Adamo, sono stati trasformati, nell’uomo, in flegmi contrapposti”. (Causae et Curae delle infermità, Ildegarda di Bingen)

La malattia come rottura dell’armonia tra se stessi e il Creato

In Ildegarda la malattia è intesa come fallo, mancanza, rottura dell’equilibrio interiore, inscindibile con quello verso il mondo esterno. È perdita del rapporto armonico con se stessi e di se stessi con il Creato. Lei chiama malinconia lo stato che predispone alla malattia e in cui l’uomo è caduto dopo il peccato originale, ovvero quando ha rotto l’equilibrio perfetto in cui si trovava, con la piena consapevolezza del proprio progetto animistico del tutto in armonia con il progetto cosmico. Simbolicamente questo stato di predisposizione alla malattia è rappresentato con il disequilibro umorale. In una visione più attuale potremmo definirlo uno stato di intossicazione che conduce ad infiammazione e poi a generare l’alterazione fisiologica, biochimica.

L’intossicazione che Ildegarda descrive come livido muco va intesa in un’accezione più ampia: l’iperattivazione del sistema nervoso (stato di stress) con alterazione del sistema endocrino, immunitario, metabolico non può essere riferita solo ad una causa esterna (effetto scatenante) ma alla modalità con cui noi ci relazioniamo all’ambiente e quindi a qualsiasi agente esterno che può, in potenza, divenire nocivo per noi. La relazione si basa sul nostro mondo emotivo e ancor più sul nostro sentire fino ai nostri pensieri, vera causa di malattia secondo Ildegarda.

Ecco quindi che ancora una volta diventa fondamentale la strada che scegliamo: una vita di virtù quali la fiducia, la costanza, la temperanza, permettono l’autodeterminazione, la realizzazione del proprio talento, la serenità, l’armonia della relazione, l’equilibrio psicofisico. L’attaccamento al materiale (origine di tutti i mali), l’ira, l’invidia, la bramosia, l’ingordigia, portano all’insoddisfazione, all’ira, alla disperazione, alla malattia.

Per Ildegarda la guarigione è un cammino di salvezza

La guarigione diventa, quindi, uno sforzo di riallineamento con l’armonia universale, perduta dopo la creazione: non si guarisce curando il mero disturbo organico ma per guarire occorre valutare anche la dimensione psicologica, spirituale e cosmica, ovvero il nostro rapporto con gli altri e con l’ambiente che ci circonda, consapevoli che occorre imparare a conoscere e ad esprimere la nostra unicità e divenire capaci di leggere dentro la natura cogliendone il significato intrinseco.

Un aspetto imprescindibile nel definire la salute di ogni uomo, secondo Ildegarda, è il fatto che la salute non possa essere ricondotta ad una concezione statica; essa non può essere raggiunta una volta per tutte, ogni giorno è necessario, attraverso pratiche quotidiane, a riconquistare l’unità e l’equilibrio tra mente, corpo e anima. La guarigione vera è solo dentro di noi: non c’è nessuno che può guarirci davvero. Solo Dio e quindi il nostro Sé, emanazione e parte del tutto.

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