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L’Apatia: cosa nasconde?

L’Apatia: cosa nasconde?

Che cos’è l’apatia? L’origine greca del nome ne definisce il significato. Apatia significa senza emozioni. Chi soffre di apatia è indifferente agli altri e a qualsiasi cosa lo circondi. E’ insensibile, indolente, non ha motivazioni.

L’apatico non ha desideri, non ha voglia di fare nulla, non ha obiettivi da perseguire.

Certamente l’apatia è uno stato di sofferenza profonda che in genere non arriva da solo o improvvisamente ma si associa a malattie neurologiche, disturbi dell’umore, alterazioni della tiroide.

Spesso è confusa con la depressione rispetto alla quale ha una natura più indefinita, a tratti anche un po’ “subdola” perché è sottovalutata. Infatti non solo può essere espressione di disturbi cronici che coinvolgono sempre una compromissione del fegato e successivamente del sistema gastroenterico ma è causa di irrigidimenti e alterazioni della nostra vita di relazione instaurando un ciclo vizioso che porta all’isolamento e a perdita completa di ogni desiderio.

L’assenza di desiderio

“L’anima vuole e il corpo desidera” dice Ildegarda. La mancanza di desiderio è segno di una mancanza di dialogo tra anima e corpo ma anche di una sorta di oscuramento della luce dell’anima. L’anima è in uno stato di assoluto torpore.

La mancanza di desiderio e di interesse alla relazione, impedisce che si proceda sulla strada del “conosci te stesso”. Ogni creatura si riconosce solo nello scambio relazionale dove le emozioni, le percezioni, giocano un ruolo fondamentale: dai sensi traggono origine i pensieri e quindi i nostri comportamenti.

L’emozione e il sentimento dell’emozione permettono di arricchire il patrimonio di immagini della mente, aiutano a costruire la propria storia.

Il darsi obiettivi è un’esigenza dell’anima per procedere sul suo cammino di conoscenza, di risveglio. L’apatia blocca tutto questo.

La mancanza di fuoco

Ildegarda descriverebbe l’apatia come disturbo umorale in cui l’elemento fuoco, simbolo del metabolismo, del movimento, dell’azione e della volontà è debole.

L’apatia richiama dunque l’immagine della stasi, della freddezza, del blocco, dell’incapacità a selezionare ciò che occorre al corpo e ciò che va eliminato. E’ causa ed espressione dell’incapacità  a rispondere alle sollecitazioni ambientali.

Come si cura l’apatia?

A metà tra tristezza e depressione e associata con diverse tipologie di malattia cronica, l’apatia non ha un trattamento specifico: occorre valutare di volta in volta le comorbidità.

In linea generale bisogna riattivare il fuoco e ridurre l’eccesso di acqua lavorando sulla depurazione della matrice e sul sistema linfatico.

L’obiettivo è quello di ripulire per eliminare “la foschia” che annebbia e toglie energie.

Una volta attuata la pulizia si può agire sulla volontà aprendo via via la porta del cuore.

Gli elisir per riaccendere le emozioni

Tra gli elisir utili per iniziare un percorso di cura dello stato di apatia il primo è certamente il Nasturtium Elisir, il depurativo per eccellenza di Ildegarda. Aiuta ad aprirsi sia verso sé stessi che verso gli altri. Agisce con gradualità. A questo si può associare da subito la Viola Elisir per creare uno stato psicologico disteso.

Sia l’Absinthium Elisir che l’Issopo Elisir possono attivare l’energia di fegato e quindi ridestate l’azione, la volontà, il desiderio di agire. Ovviamente si tratta di linee guida: su tutto ha la precedenza la reale intenzione della persona a uscire dal suo stato di malessere profondo. La scelta del percorso con i rimedi e con lo specifico stile di vita dipenderà dalla valutazione del tipo di sintomi e di patologie cui si associa lo stato di apatia.

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