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Il “Fuoco dei Reni”

Il “Fuoco dei Reni”

Tutti sappiamo cosa sono i reni e a quale funzione sono preposti. Si tratta di due importanti organi dell’addome a forma di fagiolo situati a livello della zona lombare. Svolgono un’importante funzione filtrante e di regolazione dell’equilibrio idro-salino e acido-base dell’organismo. Sintetizzano eritropoietina importante per la produzione di globuli rossi e renina con azione ipertensiva e importante per la sintesi di ormoni che regolano la concentrazione di sodio e quindi i valori pressori. I reni sono dunque organi fondamentali per la sopravvivenza.

Spingendoci, come ci insegna Ildegarda, a leggere il significato invisibile del creato e il simbolismo dell’organismo umano, i reni possono essere considerati il basamento della seconda metà del corpo. Hanno una forma di seme che ricorda sia i piedi, sia l’orecchio. I reni sono, nello stesso tempo, il simbolo della forza e della fragilità. Come gli organi dell’udito e della fonazione (ascolto e parola), sono a tal punto collegati che si formano nello stesso foglietto embrionale e sono difficilmente distinguibili nelle prime fasi della gestazione, altrettanto uniti sono i reni e gli organi genitali che  iniziano a distinguersi fra loro nelle prime settimane della vita intrauterina. Reni e organi genitali rimarranno comunque uniti ovvero l’uno si ricorderà dell’altro.

Scrive Ildegarda: I reni consolidano e immagazzinano il calore del corpo dell’uomo e tengono uniti i fianchi dell’uomo, come soldati a difesa del loro capo. E sono due per poter con maggior forza e in miglior modo trattenere il fuoco. E fanno questo sia nella femmina sia nel maschio; infatti, sostengono i lombi dell’uomo e legano l’utero delle donne.

L’energia dei reni è fondamentale per la procreazione.
Le ghiandole surrenali secernono ormoni sessuali, aldosterone per il controllo idro-salino e cortisolo, adrenalina, noradrenalina per il controllo dell’asse dello stress. Gli ormoni sessuali e quelli che agiscono prevalentemente sulla funzione renale vengono dunque prodotti dalla stessa ghiandola. È attraverso la concentrazione si sodio e sali minerali del liquido amniotico che il rene “ascolta il feto”.

L’energia renale e l’intuito

Nephròs in greco significa rene e il suo opposto phroneo significa pensar bene, esser saggio, giudizioso, essere in senno, non aver perduto il sentimento, riflettere. In tutta l’antichità il rene che ascolta e sente è la sede del pensiero e della sapienza. Quando dunque ci riferiamo al legame tra energia renale e procreazione non si intende solo la fertilità dell’uomo e della donna per generare la prole ma il legame tra rene e capacità intuitiva necessaria per far germogliare il seme della conoscenza di sé. Senza l’energia dei reni non si ha la forza necessaria per procedere nel cammino di conoscenza.

I rimedi di Ildegarda per la forza dei reni

I due rimedi principe per sostenere l’energia dei reni sono absinthium elisir e petroselinum elisir.

L’artemisia absinthium ha un’azione tonificante sull’attività renale, radica la persona e attraverso una stimolazione dell’attività onirica la mette in contatto con se stessa. L’assenzio dunque conferma nei suoi effetti sottili il legame tra reni, udito (ascolto di sé) e pensiero. Aiutando anche la funzione epatica e gastroenterica riduce il carico tossinico che arriva al filtro renale.

Il petroselinum elisir rafforza al contempo il cuore e i reni, aiuta a contrastare il senso di affanno e favorisce l’azione di filtraggio del rene aiutando anche nell’eliminazione di eventuale renella. Anche in questo caso troviamo una conferma dell’importanza dell’energia dei reni rispetto allo sviluppo del pensiero intuitivo. Il petroselinum rende più limpido il pensiero a favorisce l’emersione di emozioni sepolte ma proprio per questo dannose per il nostro benessere psicofisico

Non dimentichiamo poi l’efficacia dell’unguento alla ruta -assenzio da applicare proprio sulla zona renale per sostenerne la funzionalità e riequilibrare i carichi pressori.

Dice infatti Ildegarda che chi ha male ai reni, soffre di infermità allo stomaco confermando, in questo caso, il ruolo d’elezione della pianta amaro-tonica e digestiva per eccellenza: l’artemisia absinthium contenuta sia nell’unguento che nell’omonimo elisir.

Il lapislazzuli: la pietra per i reni        

Ildegarda descrive il lapislazzuli utile per trattare l’eccesso di acidità metabolica, azione che è collegata al suo colore blu intenso. Il blu stimola infatti l’attività dei reni e della vescica. Aiuta il processo di eliminazione favorendo il riequilibrio acido -base e il corretto livello di ormoni e minerali circolanti. Quando parla del lapislazzuli Ildegarda lo consiglia per la gotta ma con questo termine in realtà indica tutte le malattie reumatiche e comunque legate a infiammazione e acidosi sistemica.

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