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Corriere della Sera, "La 27esima Ora" di Luisa Pronzato - 16/09/2017

Sabrina, la riscoperta di Ildegarda e della sua scienza

"Incontro Sabrina Melino un tardo pomeriggio estivo sul lago. Me la presentano alcuni amici. Qualche sera prima a Milano mi avevano accennato alla sua storia, di come si fosse fatta ispirare da una Santa medioevale per dare benessere alle persone. Sabrina è una donna bella, la sua stretta di mano è energica. Ha un portamento sicuro, occhi vivaci e un sorriso aperto avvolto da una cascata di capelli ricci e rossi. Mi chiedo cosa abbia a che fare una Santa medievale con una donna moderna come lei. Entriamo nella sua bottega, un luogo magico dove trovo la risposta ai miei dubbi. Sabrina mi fa accomodare e mi offre una tisana, raccontandomi la filosofia dei suoi prodotti. Ispirati alle antiche ricette di Santa Ildegarda, monaca benedettina e mistica tedesca e alla sua grande esperienza di guaritrice, naturalista e medico “ante litteram”, alcuni prodotti sono rimasti fedeli alle ricette originali, altri sono realizzati impiegando sostanze naturali con proprietà terapeutiche simili a quelle dei rimedi tramandati dalla Santa, una vera scienziata.

Oggi, a Stresa, con Sabrina abbiamo organizzato un convegno, il primo in Italia di medicina ildegardiana. Ildearda è un modello di riferimento. Donna e religiosa, senza che le due nature si negassero a vicenda. Riuscì a essere ciò che era in quanto donna e amò le donne e il genio femminile di cui incoraggiò l’espressione anche dentro il mistero dell’ordinazione. Badessa benedettina dell’anno Mille, visionaria, mistica, teologa, profetessa. Ma anche poetessa, musicista, medico e farmacista dalle intuizioni geniali. Intelletto multiforme in grado di rivaleggiare con Leonardo da Vinci nell’immaginario collettivo, significativamente proclamata Dottore della Chiesa da Benedetto XVI.

Anche Sabrina è una “donna di scienza”: si specializza in chimica farmaceutica e appena laureata viene assunta da una multinazionale del settore. Si impegna seriamente nella sua professione. Dopo una manciata di anni, però, si sente incatenata a una realtà che non rispecchia pienamente le sue potenzialità. Sente di dover fare qualcosa per giocarsi al meglio il proprio futuro. Decide cosi di seguire un master MBA alla Bocconi e approfondisce le sue competenze tecniche con un’altra specializzazione. Partecipa ai corsi la sera. Di giorno lavora, la sera studia. È faticoso ma “domani sarà migliore”, si ripete. Tuttavia, i suoi sforzi sembrano essere vani: il suo curriculum trasuda competenze che quasi spaventano i datori di lavoro. Inizia a capire che la sua voglia di fuga, questo bisogno di “libertà da qualcosa” si sta trasformando in un nuovo modo di essere: “la libertà verso qualcosa”. Vuole fare in modo che la sua quotidianità professionale dia voce ai suoi valori. Da allora una serie di coincidenze la indirizzano sulla strada giusta: confida a René, un’ amica di famiglia, il suo desiderio di stravolgere la sua esistenza. René è un medico ayurvedico, sensibile ai temi legati al benessere di mente e corpo. Racconta a Sabrina la storia di Santa Ildegarda, personaggio eclettico e affascinante che, nel 1100, ha scritto libri di medicina, di botanica, di filosofia, di cosmologia, ha composto poesie e opere musicali, sempre animata da grande fervore mistico e da quella luce divina che, diceva, era dietro ogni sua intuizione.

Sabrina capisce che fino a quel giorno è stata come un buon soldato che ha combattuto per la causa sbagliata. Ha posto le sue qualità per tanti anni dentro un sistema destabilizzante e avulso alla sua natura. Riflette sulla figura di Santa Ildegarda e comprende che la risposta che cercava si annida nel passato e nella tradizione: vuole riportare in vita questa donna straordinaria e i suoi segreti ma in chiave moderna. Sabrina capisce di voler far riemergere l’antica figura della farmacista “medievale”, che ascolta ogni cliente come fosse unico e studia un rimedio su misura per ognuno. Ogni cliente diventa “persona”, con un nome e una storia. Senza dimenticare un elemento fondamentale per la guarigione: l’importanza di occuparsi di anima e corpo, come aspetti di un tutto indissolubile per ritrovare l’armonia e il benessere fisico. Per ogni tipologia di persona, Ildegarda selezionava le piante e gli alimenti caldi, freddi, secchi e umidi a seconda dell’equilibrio da ristabilire, secondo il principio “contraria contrariis curentur” (allopatico) e del “similia similibus curantur” (omeopatico).

Sabrina inizia a viaggiare per l’Europa, partecipa a convegni sul tema, raccoglie materiale e esperienze da riportare in Italia. Lascia il colosso farmaceutico e, appoggiata e sostenuta dal marito Simone, crea la sua personalissima linea di rimedi naturali. Nella riscoperta di una sapienza medica arcana che solo oggi, in un clima culturale in mutazione, aperto agli apporti delle nuove scienze mediche – la psiconeuroendocrinoimmunologia, l’epigenetica, la medicina quantistica... – riprende a parlare in un linguaggio comprensibile.

L’avventura di Sabrina ha conquistato anche me che scrivo e che “vivo” il settore olistico come operatrice e come informatrice, conscia di quanto sia importante trovare le parole giuste per comunicare una scienza – che tale vuole continuare a essere – avendo riguardo agli aspetti di coscienza e di spiritualità, dentro quello che è un approccio rigorosamente medico ma nei confronti di un paziente-persona che è corpo, mente e spirito. Ed è così che, con Sabrina e le sue altre collaboratrici – Michela, Carlotta.. – tutte insieme cerchiamo di fare in modo che, a quanti decidano di ascoltare il richiamo della sapienza di Ildegarda, il nostro piccolo angolo di mondo, sotto un antico arco, tra la passeggiata a lago e il centro storico, appaia come un angolo di serenità, una sosta dentro un’altra dimensione, fatta di ritmi lenti, profumi avvolgenti, competenza e sorriso. Assaggio, forse, di quella che potrebbe essere una nuova società ispirata a questi antichi valori perfetti per la contemporaneità: coesa, sensibile alla tradizione ma aperta al molteplice, rispettosa, equa, etica, solidale, equilibrata, umana. Una società in cui la piena e potente comprensione di sé – raggiungibile da ciascuno mediante il proprio lato Femminile – sia temperata dall’umiltà e dalla responsabilità di un Maschile riscoperto e rivalorizzato, privo di connotazioni di dominio; e dove questa unione armonica di opposti solo apparenti conduca davvero ad aprire il proprio sguardo verso un mondo rinnovato.

La prima “bottega” si trovava sul lago d’Orta, un luogo scelto con cura per essere lontani dal traffico e dalla frenesia. Chi passava di là aveva il tempo per dedicare a se stesso qualche minuto. Oggi, la sede è a Stresa, sul Lago Maggiore, sotto un antico arco, tra la passeggiata a lago e il centro storico: anche qui, basta aprire la porta dell’Officina Medicamentaria Thesaura Naturae per entrare in un’altra dimensione, fatta di ritmi lenti, profumi avvolgenti, competenza e sorriso. Sabrina condivide i pensieri e i problemi delle persone che entrano nella sua bottega, invitandole a provare un modo più completo di prendersi cura di sé attraverso la sapienza antica della natura. Segue in prima persona anche tutta la fase di produzione. Si affida a laboratori con esperienza specifica nel trattare le essenze. A volte, mi dice, ha paura del futuro ma continua a danzare nei suoi sogni. Siamo in un’epoca crepuscolare in cui tutti dobbiamo ritrovare nuovi mondi possibili, soluzioni che ci diano una rinnovata speranza. Anche questa è l’Italia."

(testi di Barbara Bordigato e Laura Chiara Colombo - Thesaura Naturae)

Stresa 16 e 17 settembre Il Femminile. Da Ildegarda di Bingen a oggi SCIENZA, COSCIENZA E SPIRITUALITÀ: VERSO UNA NUOVA MEDICINA

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