Anche quest’anno, alcuni tra i più importanti studiosi e clinici d’Italia ed Europa, dediti all’approfondimento del pensiero di Ildegarda di Bingen e delle sue implicazioni nel campo sempre più esteso della Medicina Integrata, si riuniranno sul Lago Maggiore grazie all'iniziativa di Thesaura Naturae. Il tema che abbiamo scelto per l’edizione 2018 è quello della Discretio, inizialmente intesa da Ildegarda come equilibrio e moderazione, doti poste come perno e centro di una ruota ideale che certamente rappresenta la Regola benedettina (di cui la badessa fornisce un’interpretazione originale) ma ancor più è simbolo dell’eterna trasformazione della vita. Discretio – che si potrebbe ben tradurre anche come “misura” – si configura poi come una virtù personificata, descritta nell’opera Scivias come “la più abile vagliatrice (cribratrix) di tutte le cose, che trattiene ciò che va trattenuto ed elimina ciò che deve essere tagliato, come il grano dal loglio”. Nella cosmologia ildegardiana, infine, la ruota occupa un posto fondamentale, quale simbolo anche della Creazione e del Cosmo. Ecco, dunque, come Ildegarda arriva a indicare nell’equilibrio, nella moderazione e nel dominio di sé, “centro ideale della ruota”, le virtù da praticare perché l’Uomo, armonicamente inserito nell’Universo, possa condurre una vita conforme al volere di Dio, ovvero una vita coerente con l’Energia di Eterna Trasformazione e Intelligenza che l’Acqua (principale elemento terrestre e corporeo) ben rappresenta. Ma come può un concetto di impronta così dichiaratamente teologica e “antroposofica” interessare il campo della Medicina Integrata, con particolare riguardo alle patologie croniche? Proprio a questa domanda cercheranno di rispondere gli esperti presenti, illustrando come l’approccio integrato alla patologia cronica richiami sempre più alla necessità di una visione globale della Persona inserita in un Tutto, che tenga conto della complessità dei nessi causa/conseguenza nella genesi delle patologie e della necessità di “preparare il terreno” di ogni paziente prima di poter ambire a qualsiasi forma di guarigione che possa dirsi completa, risultando perciò fisica, mentale e – non temiamo di dirlo – spirituale.