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L’origine dell’emicrania secondo Ildegarda.

L’origine dell’emicrania secondo Ildegarda.

L’emicrania di cui parla Ildegarda è una condizione neurologica paralizzante e fa riferimento a stati di intossicazione, di difficoltà digestive e stati di malessere emotivo.

L’emicrania è una condizione neurologica paralizzante, caratterizzata da episodi di mal di testa lancinante, oltre a nausea, vomito, vertigini e iperattività sensoriale. Spesso è considerata una patologia ereditaria.

Esistono diversi tipi di emicrania. Le più comuni sono: a grappolo, con aurea, muscolo-tensiva.
A seconda della tipologia, il dolore è riferito a un emicranio, nella parte frontale, parietale od occipitale.

L’emicrania colpisce più le donne degli uomini ed è una delle principali cause di assenza dal lavoro o dalle lezioni scolastiche. Inoltre, pare sia una patologia che interessa soprattutto i giovani.

Si è sempre pensato che l’emicrania fosse la somatizzazione di un’eccessiva reazione allo stress. La sua risoluzione era volta ad alleviare i sintomi, ma non ad affrontare la causa principale perché non identificata.

Nel 1979, il professore di neurologia Moskowitz, della Harvard Medical School, identificò una possibile causa scatenante l’emicrania, in un’interazione tra il nervo trigemino e le meningi.

Il processo vede il nervo trigemino attivare il neuropeptide CGRP (peptide correlato al gene della calcitonina), uno dei più potenti vasodilatatori endogeni conosciuti, che, a sua volta, legandosi al suo recettore, attiva gli impulsi nervosi, creando una dilatazione dei vasi sanguigni delle meningi. Ciò provoca un’infiammazione neurogena, che si traduce nell’invio di segnali dolorifici al cervello.

Con l’avanzare dell’età, le nostre arterie diventano più rigide e alcuni degli eventi vascolari che causano l’emicrania non si verificano così facilmente. Ecco il motivo per il quale è difficile che un anziano lamenti periodici e terribili mal di testa.

Gli ormoni steroidei ovarici ciclici, in particolare il calo di estrogeni che si verifica durante il ciclo mestruale, favoriscono l’insorgenza dell’emicrania soprattutto per le persone geneticamente suscettibili al disturbo.
La dissipazione di questi ormoni con l’età spiega perché alcune donne scoprano che gli attacchi di emicrania diventano meno comuni con l’avanzare dell’età.

Diverse ricerche hanno dimostrato che l’emicrania è associata ad alcuni disturbi gastrointestinali (GI), come l’infezione da Helicobacter pylori (HP), la sindrome dell’intestino irritabile (IBS) e la celiachia (CD).

L’interazione dell’asse intestino-cervello sembra essere influenzata da fattori come: i mediatori dell’infiammazione (IL-1β, IL-6, IL-8 e TNF-α), il microbiota intestinale, i neuropeptidi, la serotonina, gli ormoni (steroidei e dello stress) e le sostanze nutritive.

Fattori che incentivano lo scatenarsi dell’emicrania

  • Ansia e stress.
  • Alimentazione acidificante (rientra l’eccessivo consumo di caffeina).
  • Irregolarità dei pasti.
  • Insonnia.

L’emicrania descritta da Ildegarda

L’emicrania di cui parla Ildegarda fa riferimento a stati di intossicazione, di difficoltà digestive e stati di malessere emotivo come del resto confermano le comorbidità che abbiamo prima richiamato.

Una scelta accurata dei cibi, il rispetto delle ore del pranzo e della cena, la tranquillità e certamente l’efficienza digestiva dello stomaco che viene garantita soprattutto nel conservare una corretta temperatura, sono fattori importanti per prevenire alcune forme di emicrania in chi ne è predisposto.

Tra le buone regole a tavola, Ildegarda dice che non bisogna mai iniziare i pasti con cibi freddi e umidi, soprattutto se si è già soggetti ad avere uno stomaco freddo. In queste circostanze, infatti, aumentano le difficoltà digestive e la probabilità di insorgenza di emicrania.

Il cibo che ha in sé un succo madido, è come il succo delle erbe degli orti o il succo dei frutti e, se lo si mangia spesso senza un cibo asciutto come il pane, provoca nell’uomo il mal di testa, che, comunque, si placherà presto, perché è stato originato da un succo debole.

L’emicrania può essere la manifestazione di un’intossicazione sistemica che, oltre che dal cibo, può derivare da situazioni di stress prolungato che vanno a danneggiare vari organi, primo fra tutti il fegato.

Questo, dice Ildegarda, è come un vaso in cui gli organi riversano i loro umori, ma se perde la sua efficacia funzionale, gli umori nocivi si ridistribuiranno in tutto il corpo, provocando tra gli altri disturbi, anche “dolore alle tempie“.

Nel Causae et Curae dice, infatti, parlando della paralisi: “Se l’umido e l’umore tiepido, quali muchi del secco e della schiuma, soffiano come un pericoloso vento, allora si dispongono secondo l’agitarsi dei venti e producono un suono spaventoso, simile al tuono. E quel suono riecheggia nelle vene e nelle midolla e nelle tempie dell’uomo. Chi ne soffre diventa paralitico e inabile in tutto il corpo; e questo dura sino a quando i suddetti muchi cessano di soffiare e tornano alla loro condizione normale.”

L’umore secco è il calore, una delle proprietà del fegato: chi è più soggetto ad avere dolori “paralizzanti” sono le costituzioni dove il sistema metabolico è più facilmente influenzato da stress nervoso e da atteggiamenti difensivi, come conferma l’immagine simbolica di Ildegarda.

In generale i più soggetti all’emicrania nella sfera occipitale sono le costituzioni più caratterizzate da freddezza e secchezza ( vedi i melanconici), mentre il dolore nella zona frontale è più tipico dei flemmatici , umidi e freddi.

L’umore umido è “la via del nervo e della razionalità” ovvero la via del pensiero: in una situazione di stress, i pensieri “alterati” vanno ad agire sui nostri centri di controllo centrali che regolano, tra le altre funzioni, anche quelle metaboliche.

Ildegarda dice ancora confermando l’origine dell’emicrania da un’intossicazione sistemica: “Ma anche il flegma abbonda spesso nell’uomo e si leva, dirigendosi al capo e scuotendo le vene nelle tempie, che danno vigore alla fronte, e in questo modo fa dolere la fronte“.

Componente innata e acquisita

L’emicrania – dice Ildegarda – nasce dalla malinconia e dagli altri umori cattivi che sono nell’uomo, e occupa metà della testa dell’uomo e non tutto il suo corpo, si che ora si trova nella parte destra, ora nella parte sinistra; e quando la malinconia cresce in eccesso, occupa la parte sinistra. L’emicrania possiede tanto vigore, che se occupasse tutta la testa, l’uomo non potrebbe sopportarlo.” 

Ildegarda ne sottolinea sia la componente innata che quella acquisita tanto che afferma: è difficile giungere alla guarigione completa perché è “difficile sedare contemporaneamente la malinconia e gli umori cattivi

I consigli di Ildegarda per l’emicrania

Considerando l’importanza del fegato e di tutta la sfera digestiva nonché la necessità di disintossicare l’organismo, i rimedi più utili per contrastare l’emicrania legata ad alterazioni del metabolismo, sono certamente Artemisia Absinthium Elisir per l’effetto sulle vie biliari e per l’azione antiossidante e antinfiammatoria a livello gastroenterico e lo Scolopendrium Elisir che agisce in modo profondo su fegato, polmoni e visceri.

Entrambi questi elisir sono adatti sia nelle forme secche che in quelle umide. In queste ultime se all’emicrania si associa un ristagno di muco, può essere utile Viola elisir per il suo effetto mucolitico.

Dello scolopendrio dice Ildegarda: “La polvere di scolopendrio leccata prima e dopo aver mangiato dalla tua mano, elimina il mal di testa e il dolore al petto e calma anche altri dolori nel tuo corpo“.

Importante per un’azione analgesica diretta sono le gocce di Partenium, specifiche per le tensioni muscolo-tendinee in associazione con Relaxo quando la componente di stress emotivo è prevalente.

Altre curiosità di Ildegarda sull’emicrania

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Colui che soffre violentemente di mal di testa tenga uno smeraldo davanti alla bocca e lo inumidisca e riscaldi col suo alito e strofini la pietra così inumidita sulle tempie e la fronte. Poi metta la pietra nella bocca per poco tempo e andrà meglio.”

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