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La pelle è come un libro, racconta le nostre emozioni

La pelle è come un libro, racconta le nostre emozioni

Dimmi che pelle hai e ti dirò chi sei, cosa stai provando. Può sembrare una banalità, ma la cute è per l’uomo, una vera e propria cartina di tornasole sulla quale leggere il suo rapporto con il mondo e con se stesso, un valido mezzo che comunica inoltre, lo stato degli organi interni. Noi viviamo la pelle come il nostro limite materiale esterno e, contemporaneamente, attraverso di essa siamo in contatto con il mondo circostante.

Ci accompagna dalla nascita e, come un libro, racconta di noi e della nostra storia. Non è un caso, infatti, il modo di dire ‘l’ho provato sulla mia pelle’, perché proprio su di essa vanno a posizionarsi le emozioni, positive o negative, con cui affrontiamo il nostro vivere quotidiano. 

La cute è un tessuto continuo, appartenente all’apparato tegumentario e composta da tre strati principali che, dall’esterno verso l’interno, prendono il nome di: epidermide, derma e ipoderma (o strato sottocutaneo). Gode di due proprietà fondamentali e straordinarie: l’autoriparazione (si rigenera in seguito ad una lesione) e l’estensibilità (si adatta perfettamente alle variazioni della dimensione corporea che subentrano nel corso della vita). I numerosi fattori da cui la barriera cutanea ci protegge possono essere suddivisi in:

  • fattori fisici, come gli sbalzi di temperatura, le radiazioni solari, il vento e l’umidità
  • fattori chimici, cioè sostanze aggressive ed irritanti con cui si può venire a contatto, contenute in creme e detergenti o dovute all’inquinamento atmosferico
  • fattori biologici, come virus e batteri.

Le patologie della pelle, che possono avere le più vaste e diverse eziologie, riflettono un disequilibrio organico interno all’organismo: fegato intossicato, intestino infiammato, debolezza del sistema immunitario, sovraccarico surrenale, sono tutti squilibri che possono influire sulla salute e la bellezza della nostra cute. Visto che la cute è un riflesso dello stato dei nostri organi interni, il punto in cui avvengono arrossamenti, pruriti, infiammazioni, gonfiori, ascessi non è mai casuale ma può essere indicativo di un preciso disequilibrio interno, proprio come insegna la riflessologia facciale vietnamita.
Secondo il Dr Hammer e la Psicosomatica le malattie della pelle sono sempre collegate a “conflitti di separazione” che la persona prova nei riguardi di figli, genitori, partner, amici che hanno così “lacerato” la sua pelle. 

Si verifica spesso che la cute reagisca in modo anomalo e si “ammali” quando nella vita si concretizzano cambiamenti e si ha difficoltà a gestirli ed accettarli. E’ così che la pelle diventa mezzo per raccontare il proprio disagio, tanto che è frequente vedere patologie cutanee – acne, psoriasi, orticaria, herpes, eczema esplodere proprio nei momenti di rivoluzione e di possibile trasformazione come il cambio di lavoro, la nascita di un figlio, l’abbandono affettivo, un trasferimento traumatico, ecc..
La pelle a questo punto va ad esprimere la sofferenza che non si è manifestata in altro modo. Quindi, trovare la chiave per capire la propria patologia significa entrare in profondità, ascoltarsi e capire i propri malesseri esistenziali. 

L’acne e le emozioni che si disegnano sulla pelle

La parola acne deriva dal greco antico akné, che significa forza e vigore. Si tratta di un’affezione infiammatoria della cute che colpisce le ghiandole sebacee e i follicoli piliferi. Insorge per lo più dopo la pubertà con la presenza di brufoli sul volto oppure sulla parte superiore del tronco (spalle, schiena, decolletè), ma anche l’adulto, quando è sottoposto a forte stress non ne è immune. 

La presenza dell’acne sulle parti scoperte sottolinea un “problema” talvolta di vecchia data, connesso all’identità e alla comunicazione. La pelle, infatti, tramite tra l’interno e l’esterno, ben si adatta ad esprimere disadattamento, timori, insicurezza, frustrazione, difficoltà nei rapporti interpersonali.  Molto spesso troviamo questo problema nelle persone che non si amano, non sanno amarsi, che hanno scarsa autostima, tanto che i più esposti sono i timidi e gli introversi e le persone tendenzialmente ripiegate su se stesse.

Proprio per questo l’acne colpisce spesso gli adolescenti troppo esigenti con se stessi e che facilmente provano sentimenti di vergogna. La persona acneica rimane spesso compressa fra ciò che desidera e ciò che gli altri si aspettano da lei. Chi soffre di questa affezione cutanea di solito teme e trattiene dentro di sé le proprie emozioni. Quando però queste sfuggono al controllo e si “disegnano” sulla pelle, esprimono con il linguaggio del corpo tutto ciò che viene taciuto.

Macchie della pelle, un campanello di allarme per le malattie surrenali

Le macchie sulla pelle sono la conseguenza di alterazioni nel funzionamento dei melanociti. La distribuzione di melanina non appare quindi uniforme ed il viso si macchia di chiazze – più chiare o più scure, a seconda dei casi – decisamente antiestetiche. Le discromie cutanee rappresentano uno dei principali segni dell’invecchiamento della pelle, ma possono essere causate anche ad altri fattori come: 

  • Patologie infettive e non infettive (come, ad esempio, la pitiriasi versicolor, la couperose, la vitiligine, la pitiriasi alba, ecc.);
  • Fattori genetici ed ereditari (lentiggini ed efelidi);
  • Fattori ormonali (melasma e cloasma, quest’ultimo anche conosciuto come “maschera gravidica”);
  • Farmaci (in seguito all’assunzione di alcuni tipi di farmaci, infatti, possono manifestarsi macchie sulla pelle del viso);
  • Sostanze irritanti (in seguito al contatto con sostanze irritanti, possono comparire delle macchie sulla pelle del viso).

Sebbene possano comparire ovunque sulla pelle, di norma le zone maggiormente colpite dalle macchie sono: viso, dorso delle mani, spalle, schiena e braccia. Tali discromie, nella maggior parte dei casi, sono solo un fastidioso problema estetico senza ripercussioni sulla salute, ma in alcuni sono manifestazioni della presenza di un pericolo o un disturbo per l’organismo.

Infatti, è stato registrato che i soggetti che soffrono di disfunzioni a carico delle ghiandole surrenali esternano la patologia anche con l’apparizione di macchie sulle pelle, come nel caso del Morbo di Addison, una disfunzione delle ghiandole surrenali, che porta a deficit di ormoni surrenalici. Discorso analogo per quel che riguarda disturbi a carico del fegato (come la cirrosi) o del sangue (come l’anemia) che possono causare diversi sintomi, tra cui rientrano la comparsa di macchie sulla pelle del viso e del corpo in generale. 

I rimedi di Ildegarda, unguenti, elisir e polvere di ametista

Ildegarda di Bingen sottolinea sempre la necessità di “guardare all’invisibile” e di non soffermarsi al puro segnale fisico cercando di cogliere i reali motivi che hanno generato il disturbo e che, spesso, risiedono nel nostro atteggiamento nei confronti della vita e di noi stessi.

Nel suo libro “Causae et Curae” diceva che “quando degli umori tossici prorompono in tutto il corpo dell’uomo, è necessario aspettare un po’ che questo sfogo raggiunga il culmine, fintanto che la pelle, fra gli ascessi, si tinga di rosso e secchi. Poi bisogna usare delle pomate adatte, affinchè un’attesa troppo lunga non provochi dolori maggiori e di conseguenza si tramuti in infezione”.

Uno dei migliori preparati che Ildegarda consiglia per i problemi legati alla pelle e ai suoi sfoghi, dovuti all’emotività,  è  l’unguento a base di Viola. Preparato con Cera Alba, olio di Jojoba ed estratto di Viola Odorata, insieme ad altri principi attivi vegetali tra i quali lavanda ed iperico, dà risultati straordinari nella rimarginazione di ferite, nel riassorbimento di cicatrici e nel trattamento delle dermatiti anche pruriginose. Accanto all’azione fisica, l’unguento alla Viola aiuta nell’ accettazione emotiva del trauma eventualmente associato alla cicatrice. 

L’unguento Animo agisce a livello più profondo, attraverso il derma. Se applicato su collo, nuca e tempie, ha un’azione profonda, basata proprio sui punti riflessi. Secondo le indicazioni di Ildegarda aiuta a calmarsi, ad abbassare la frequenza di un battito cardiaco accelerato in prossimità di una prova o di evento stressante, riduce lo stato d’ansia e ci accompagna in un sonno più ristoratore.

Bisogna poi sempre ricordare lo stretto collegamento tra lo stato di salute di tutti gli organi emuntori (fegato – intestino – reni – pelle), e l’insorgenza dei disturbi cutanei importanti come psoriasi, eczemi, dermatiti, acne ecc., quindi  la prima azione curativa deve partire dagli organi interni.  Proprio per questo, gli elisir di Ildegarda possono dimostrarsi efficaci, a seconda della causa che ha creato lo squilibrio. Ad esempio il Nasturtium che sostiene l’eliminazione delle scorie corporee, Absinthium per la disinfiammazione e il riequilibrio intestinale e Viola elisir per sciogliere muchi, contrarietà e melanconia.

Per quanto riguarda invece le macchie cutanee, la badessa di Bingen vedeva nel potere dell’ametista un toccasana per alleviarle, prevenirle ed eliminarle. “L’ametista cresce quando il sole mostra il suo alone, come se fosse coronato e lo fa per annunciare un cambiamento della veste del Signore, ossia nella Chiesa. Quando cresce, sgorga come gocce di resina e per questo forma molte pietre. E’ calda, ardente e un po’ ariosa, poichè nel momento in cui il sole mostra l’alone, l’aria è piuttosto tiepida. Un uomo con macchie in viso, deve inumidire la pietra con la propria saliva e strofinarla sulle macchie”.

L’ametista può essere utilizzata in due modi o la si riscalda con il fiato e poi la si strofina sulle macchie del viso o si può riempire una pentola con dell’acqua, portarla a bollore e poi esporre la pietra al vapore. La condensa la bagnerà e le gocce ricadranno nella pentola sottostante. Dopo questo trattamento la pietra verrà immersa nell’acqua che, una volta raffreddata, potrà essere usata per lavarsi il viso

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